Ricevo questo invito rivolto agli stakeholder del Progetto Life Governance MAKING GOOD NATURA.
Visto che mi è stato inviato suppongo di essere anch'io, a mia insaputa, uno stakeholder del Pollino, altrimenti perché avrebbero dovuto invitarmi?
Il fatto è che non solo non so di essere uno stakeholder, ma, e scusate la mia ignoranza, non so nemmeno cosa sia uno "stakeholder"!
Così pieno di curiosità per questo mio ruolo sconosciuto, prendo il Collins Giunti e vado a cercare il vocabolo e non lo trovo, evidentemente è composto dalle voci stake e holder unite; allora li cerco separatamente:
stake: palo oppure bastoncino, puntata, interesse;
holder: possessore, proprietario, affittuario, titolare o anche contenitore...
Escludo a priori puntate e interessi che mi sembra non c'entrino niente con il territorio e i SIC ma comunque non capisco, perché non mi sembra di essere proprietario, ne' tantomeno contenitore, di pali o bastoncini, o forse per estensione si riferiscono a proprietari di tronchi, alberi, quindi boschi?
Ma sarebbe bastato scriverlo semplicemente, quindi non sarà così.
Consulto allora il Garzanti - Edizione per docenti e anche qui non trovo la voce stakeholder ma alle voci stake e holder trovo:
stake: palo, piolo, picchetto, paletto, scommessa, puntata, posta, ma anche, come verbo, sostenere con pali, reclamare, rivendicare, scommettere, rischiare, giocare;
holder: come nel Collins possessore, proprietario, titolare ma qui anche sostenitenitore (di idee ecc.).
Mi si confondono ancora di più le idee... sostenitore di paletti, possessore di picchetti, forse, sempre per estensione inteso come picchetti che delimitano una proprietà e quindi proprietario terriero?
Ma se fosse così semplice non bastava scrivere proprietari terrieri? Evidentemente c'è dell'altro che a noi comuni mortali sfugge...
Mi stavo arrendendo, quando un amico che nel frattempo mi è venuto a trovare, mi fa notare che con la mia mentalità ancora un po' arcaica e ruspante, avevo consultato soltanto documentazione cartacea dimenticando le formidabili potenzialità universali e immediate del web... tempo un minuto, "stakeholder" sul motore di ricerca e in dieci secondi la risposta:
Normalmente è definito come portatore di interessi: il concetto di stakeholder è stato teorizzato per la prima volta dallo Stanford Research Institute nel 1963 per indicare tutti coloro che hanno un interesse nell’attività aziendale (da stake che significa posta, scommessa ed holder portatore) e senza il cui appoggio un’organizzazione non è in grado di sopravvivere. Il termine, comunque, è ormai di uso comune, si lega al concetto di portatori di interessi e non solo di diritti e si contrappone all’espressione shareholder, che identifica il possessore delle azioni, vale a dire il portatore di interessi e diritti economici precisi.
Siccome non riesco a capire che cosa c'entri l'attività aziendale, vado sul sito ufficiale del Progetto
e cerco delucidazioni senza trovarle (ma trovo almeno una ottima definizione di servizi ecosistemici). Torno quindi su stakeholder per cercare di approfondire e leggo:
Nel 1963, lo Stanfort Research Institute ha formulato il concetto di Stakeholder per indicare tutti coloro che hanno un interesse nell’attività di un’azienda e senza il cui appoggio un’organizzazione non è in grado di sopravvivere, includendo anche i gruppi non legati da un rapporto economico con l’impresa.
La definizione attualmente più utilizzata è quella di Freeman (1984) che:
“Gli Stakeholder primari, ovvero gli Stakeholder in senso stretto, sono tutti quegli individui e gruppi ben identificabili da cui l’impresa dipende per la sua sopravvivenza: azionisti, dipendenti, clienti, fornitori, e agenzie governative. In senso più ampio Stakeholder è ogni individuo ben identificabile che può influenzare o essere influenzato dall’attività dell’organizzazione in termini di prodotti, politiche e processi lavorativi. In questo più ampio significato, gruppi d’interesse pubblico, movimenti di protesta, comunità locali, enti di governo, associazioni imprenditoriali, concorrenti, sindacati e la stampa, sono tutti da considerare Stakeholder”.
> Gli Stakeholders sono quindi tutti quegli individui o gruppi che possono influenzare il successo di un’impresa o che hanno interessi nelle decisioni dell’impresa.
> Recentemente (Clarkson, 1995), il concetto di Stakeholder è stato esteso anche a tutti quei soggetti portatori di interessi potenziali per un’azienda, cioè persone o gruppi che hanno pretese, titoli di proprietà, diritti, o interessi, relativi ad un’impresa ed alle sue attività.
La definizione attualmente più utilizzata è quella di Freeman (1984) che:
“Gli Stakeholder primari, ovvero gli Stakeholder in senso stretto, sono tutti quegli individui e gruppi ben identificabili da cui l’impresa dipende per la sua sopravvivenza: azionisti, dipendenti, clienti, fornitori, e agenzie governative. In senso più ampio Stakeholder è ogni individuo ben identificabile che può influenzare o essere influenzato dall’attività dell’organizzazione in termini di prodotti, politiche e processi lavorativi. In questo più ampio significato, gruppi d’interesse pubblico, movimenti di protesta, comunità locali, enti di governo, associazioni imprenditoriali, concorrenti, sindacati e la stampa, sono tutti da considerare Stakeholder”.
> Gli Stakeholders sono quindi tutti quegli individui o gruppi che possono influenzare il successo di un’impresa o che hanno interessi nelle decisioni dell’impresa.
> Recentemente (Clarkson, 1995), il concetto di Stakeholder è stato esteso anche a tutti quei soggetti portatori di interessi potenziali per un’azienda, cioè persone o gruppi che hanno pretese, titoli di proprietà, diritti, o interessi, relativi ad un’impresa ed alle sue attività.
Esistono due differenti tipi di Stakeholders (Clarkson):
- Gli Stakeholders primari sono quelli senza la cui continua partecipazione l’impresa non può sopravvivere come complesso funzionante; tipicamente gli azionisti, gli investitori, i dipendenti, i clienti e i fornitori, ma anche i governi e le comunità che forniscono le infrastrutture, i mercati, le leggi e i regolamenti.
- Gli Stakeholders secondari comprendono coloro che non sono essenziali per la sopravvivenza di un’azienda o che esercitano un’influenza diretta sull’impresa stessa; sono compresi quindi individui e gruppi che, pur non avendo rapporti diretti con essa sono comunque influenzati dalle sue attività, come per esempio le generazioni future.
Oh Dio!... allora esistono pure diversi tipi di stakeholders differenti. Devo approfondire per capire a quale tipo appartengo... continuo la consultazione:- Gli Stakeholders primari sono quelli senza la cui continua partecipazione l’impresa non può sopravvivere come complesso funzionante; tipicamente gli azionisti, gli investitori, i dipendenti, i clienti e i fornitori, ma anche i governi e le comunità che forniscono le infrastrutture, i mercati, le leggi e i regolamenti.
- Gli Stakeholders secondari comprendono coloro che non sono essenziali per la sopravvivenza di un’azienda o che esercitano un’influenza diretta sull’impresa stessa; sono compresi quindi individui e gruppi che, pur non avendo rapporti diretti con essa sono comunque influenzati dalle sue attività, come per esempio le generazioni future.
Diverse categorie di stakeholder (Mitchell, Agle, Wood 1997)
L’identificazione e la rilevanza degli stakeholders è basata sul possesso da parte di questi ultimi di uno o più dei tre attributi relazionali:
> 1. Potere
> 2. Legittimità
> 3. Urgenza
> Ma come faccio a sapere se ho potere? E su cosa? E chi mi assicura la legittimità? E che livello di urgenza ho, e per cosa? Vediamo più avanti:
Esistono anche definizioni ristrette che cercano di definire i gruppi rilevanti in termini di rilevanza diretta per gli interessi economici essenziali dell’azienda.
• Ad esempio, diversi studiosi definiscono gli STK in termini di necessità per la sopravvivenza dell’impresa (Bowie 1988, Naesi 1995).
• Altri restringono il campo nei termini delle aspettative morali affermando che l’essenza dello STK management dovrebbe consistere nella partecipazione dell’impresa nel creare e sostenere relazioni morali (Freeman 1994).
Le definizioni ristrette cercano quindi una base, un nucleo rilevante sulla base del quale definire la legittimità di aspettativa di certi gruppi come STK che può quindi, come abbiamo visto, essere basata sul contratto, sullo scambio, sul diritto morale ecc.
Le classi di stakeholder
> Stk dormiente
> Stk dominante
> Stk discrezionale
> Stk pericoloso
> Stk impegnativo
> Stk definitivo
> Stk dipendente
Povero me, anziché chiarirsi l'argomento diviene sempre più complesso! Vista l'ora e il sonno che mi sta venendo vado a vedere la definizione di STK dormiente, quello a cui mi sento più vicino in questo momento:
• Stk dormienti: possono diventare rilevanti se cercano di esercitare il loro potere
(es. dipendenti licenziati diventano dormienti, ma possono fare scioperi
o dichiarazioni alla radio e non sono più “dormienti”).
E già, comodo che i licenziati diventino "dormienti", ma poi se fanno scioperi o dichiarazioni alla radio magari vengono definiti "pericolosi"...
• Stk pericolosi (potere e urgenza): Es. atti di terrorismo vs certe imprese.
Sono stk che percepiscono certe urgenze, non sono legittimati all’interno della collettività, ma usano il potere (ad esempio coercitivo) contro l’azienda per far valere le loro aspettative.
Ma qui sono io che ora rischio di diventare STK pericoloso, STK non lo so ancora, perchè dopo due ore di ricerche ancora non ho capito a che titolo lo posso essere, ma pericoloso questo sicuramente sì, perché mi sono proprio stancato e stufato di tutta questa perdita di tempo... ma dico, non si può essere un po' più semplici e chiari in comunicati e inviti per i comuni mortali?
Quanta saggezza nel vecchio detto popolare ... parla come che te magni, dài...
Un caro saluto a tutti
Giorgio
P.S. per chi volesse approfondire: